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1991/2011 - Panorama Tirreno, Venti anni insieme
Un “giovanotto”, con pochi soldi
ma tante idee non omologate
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Patrizia Reso
Vent’anni. Due decenni, quattro lustri e chi più ne ha più ne metta!
Sono felice all’idea che il mio giornale, (ebbene sì, lo considero anche un poco mio seppure collaboro solo dal ’96) compie ben 20 anni! E’ proprio un giovanotto, considerato che ancora non ha un suo equilibrio economico ma tante idee non omologate!
La mia collaborazione è iniziata per puro caso, in seguito alla pubblicazione di una mia lettera nella rubrica che teneva Eugenio Scalfari su Venerdì di Repubblica. Enrico, il nostro directeur, mi lesse e si ricordò degli anni di liceo trascorsi insieme, tra studio, assemblee embrionali e scioperi per lastroni che cadevano tra i banchi! Da quel momento sono diventata una fedelissima di Panorama Tirreno!
Mi è piaciuto da sempre per la sua impostazione equilibrata e libera. Non ci siamo mai asserviti a nessun potente di turno, abbiamo conservato la nostra autonomia di pensiero, dando conto solo alle esigenze dei lettori, perché li abbiamo i lettori, checché sostengano per invidia (?) in molti. Poche, ma sane informazioni sugli avvenimenti della nostra città, nell’ultimo anno discontinue, per causa di forza maggiore, ma pur sempre presenti ed attente alla realtà dei fatti e ciò può essere solo motivo di orgoglio per tutti noi della redazione.
Panorama Tirreno mi ha permesso non solo di crescere in campo professionale ed acquistare una sicurezza tale da indurmi a credere di più in me stessa e nelle mie potenzialità, ma mi ha permesso di coltivare amicizie e rapporti lavorativi che mi porto nel cuore. Con Enrico, Piervincenzo, Biagio, la mai dimenticata Rossella, si era già amici appunto dai tempi del liceo, ma lo scrivere per lo stesso giornale ci ha offerto la possibilità di approfondire ulteriormente il nostro rapporto, nonostante in alcuni casi si viva a distanza. Mi ha offerto la possibilità di conoscere Franco con le sue radici cilentane, che non sapevo neppure che fosse mio vicino di casa, oppure Adriano e la sua vitalità! Di poter apprezzare la loro semplicità di vita, la loro caparbietà di intento, la capacità di contribuire nel piccolo alla crescita di Cava.
All’inizio ero spinta solo dalla mia passione per la scrittura e per la società, inclinazioni naturali che ho imparato, grazie a tutti loro, a veicolare in un corpo di pochi righi concentrando i pensieri salienti, restando sempre fedele alle fonti. Ho imparato a conoscere le persone e a pormi a seconda delle circostanze, a percorrere le vie della città con  un occhio diverso, più attento ai particolari che precedentemente mi sfuggivano; ad osservare in modo critico ma costruttivo, a leggere tra i righi…
Oggi mi rendo conto che funziona tutto diversamente, molto più computer e meno scarpinate. In sincerità apprezzo l’enorme possibilità di apertura verso il mondo che si ha attraverso la rete, ma resto dell’avviso che il miglior servizio giornalistico lo si fa consumando le scarpe.

Panorama Tirreno, febbraio 2011