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Fra alti e bassi, promozioni e retrocessioni
venticinque anni di passione Cavese
Adriano Mongiello
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Ci si rende conto della fase discendente della propria vita, quando i ricordi si accavallano, per la quantità, e non riesci più a delinearli con chiarezza, avvolti da una nebbia che non te li mostra in maniera nitida: un excursus che spazia negli ultimi venticinque anni della “benamata” Cavese non è compito agevole per un sessantenne che cercherà di evidenziare tutto ciò che gli è rimasto nel cuore piuttosto che nella mente.
Primo numero di Panorama Tirreno, Cavese che cerca di risalire verso la vetta del torneo di C2, intervista ad uno dei tanti dirigenti del sodalizio metelliano, ormai scomparsi, Alfredo Albano, per gli amici “Babà”, che soleva ripetere ai giornalisti «scrivete per
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sentito dire, ma raramente appurate la verità da fonti certe...». Lui, un innamorato, un patito, un tifoso, un abile mediatore, l’espressione più sincera del calcio di provincia.
Le retrocessioni, i ripescaggi, qualche scandalo che non manca mai, le presidenze Amato, Violante, i passaggi di presidenti “meteore”, come Sorrentino (valido come imprenditore edile, un po’ meno come manager nel pallone), Cutillo, da Avellino con furore, Lombardi, a valle dell’apertura dell’Holiday Inn, forse come segno di ringraziamento, per ritornare a cavesi “doc” come Ciccio Troiano, Della Monica, Montella, con percorsi segnati da vittorie ma anche da cadute eclatanti, con l’apice registrato quel pomeriggio dei giugno 2007, sul 3-0 momentaneo, ai danni del Foggia, con il quasi raggiunto accesso alla finale dei play off, e con la triste rinuncia al sogno per la sciagurata, per noi, rete di Mastronunzio all’ultimo minuto che raggelò un entusiasmo nato dall’aver sovvertito un pronostico sfavorevole, dopo l’1 a 4 dello Zaccheria.
Quanti allenatori, da Braca a Belotti (nati fuori regione, ma diventati cavesi di adozione, al punto da viverci anche dopo le esperienze di calciatori e di allenatori) , da Eziolino Capuano ad Ottoni, da Mario Russo a Mario Somma, dal mai dimenticato Campilongo a Paolo Lombardo, da Ammazalorso a Papagni, sì lo stesso che dal lontano 2008, anno in cui salvò la Cavese dalla retrocessione in C2, si ritrova a sedere sulla stessa panchina, questa volta per rientrare, grazie a lui, prepotentemente nella serie che compete al popolo metelliano, la Lega Pro, entrando come mattatore nel vivo della stagione in corso, un Papagni che ritorna in una città che ne ha già apprezzato meriti e lavoro (farà bene, la squadra è ricca di elementi di categoria superiore, e non può fallire la promozione).
E dei calciatori di questi venticinque anni, un podio, con Vittorio Torino, un goleador che fece dimenticare le gesta dei campioni della promozione in serie B, come De Tommasi , Tivelli e Di Michele, risultando capocannoniere del girone e divertendo il pubblico con marcature d’eccezione, con Catello Mari, calciatore dalla grinta e dalla determinazione difficilmente riscontrabili sui campi di calcio, che ci lasciò nella notte dei festeggiamenti per la promozione in C1, nel 2006, annichilendo una popolazione intera, sportiva e non: mai un campionato vinto fu così triste! E tra i migliori tre di questi venticinque anni blu fonsè, non possiamo non inserire un altro bomber, Pirone, che garantì con i suoi gol un campionato vincente e travolgente, con trenta vittorie e cinque pareggi, portando i metelliani in Interregionale, all’indomani della fusione tra Atletico Cava ed Intrepida Cavese, retta, l’una da Magliano e l’altra da Sorrentino, nate dalla defunta Cavese, che Belotti fece marciare come un tritasassi.
In questo quarto di secolo, tanti ci hanno lasciato, ma quasi tutti hanno amato e sofferto per questi colori, hanno dato e ricevuto, ed oggi li vogliamo unire nei nostri ricordi, consci che grazie al loro impegno, al oro attaccamento, ai loro sacrifici abbiamo potuto gioire per questa fetta di sport che tanto ha significato per la nostra città.

Panorama Tirreno, marzo 2016