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Sarà un buon sindaco
Enrico Passaro
Da quando nel 1993 è iniziata l’era dei sindaci eletti direttamente
Gravagnuolo a S.Lucia 9-6-2006 (2).JPG
dal popolo, non era mai accaduto che al primo turno un candidato raccogliesse la bellezza di più di 17 mila voti. Luigi Gravagnuolo ha rischiato di vincere subito e sarebbe stato decisamente un fatto storico per la città. Le premesse non lasciavano molti dubbi sull’esito del ballottaggio, anche se è altrettanto vero che già nel 2001 Alfredo Messina era riuscito a capovolgere il risultato del primo turno contro Musumeci.
Questa volta però la situazione è andata ben diversamente, sia nelle premesse della campagna elettorale che nell’andamento degli ultimi giorni di “trattative” che hanno preceduto il ballottaggio. La volta scorsa l’abile Messina riuscì a compattare un fronte apparentemente poco coeso, riuscendo a far confluire su di sé i voti dei simpatizzanti di Marco Galdi e di Alfonso Laudato, anch’essi candidati nel primo turno. Sull’altro versante Musumeci pagò il prezzo della scarsa convinzione dei partiti suoi sostenitori e, probabilmente, di una sua incapacità di coinvolgere ed entusiasmare gli elettori.
In queste elezioni comunali del 2006 i nodi nel centrodestra sono venuti al pettine e Messina ha pagato le conseguenze di una politica inconcludente e di un eccesso di sicumera in alcuni momenti molto vicina all’arroganza. Non sarebbe stato ragionevole che un sindaco dimissionato dai suoi stessi alleati (e in particolare da Giovanni Baldi) fosse riuscito ad annullare in quattro e quattr’otto tutte le ragioni di un contrasto che era apparso insanabile fino a palesarsi come una insormontabile incompatibilità politica fra presunti alleati. E così è stato, Baldi non ha mosso un dito per ostacolare il ritorno del centrosinistra al governo della città. Gli errori politici, specie se gravi come quelli commessi dall’ex sindaco, si pagano. E Messina ha pagato.
Ma parlare solo di errori del centrodestra sarebbe oltremodo ingeneroso verso il vincitore. Luigi Gravagnuolo ha vinto perché è stato il migliore.
Gravagnuolo ha condotto una campagna elettorale esemplare, improntata ad un’accurata attenzione all’immagine e alla capacità di comunicare. Ma sarebbe ancora ingeneroso limitarsi ad apprezzare solo l’immagine e la comunicazione. Fin dalla sua investitura nell’autunno scorso come candidato del centrosinistra, il neo sindaco ha lavorato al programma. Cos’è di tanto importante un programma? Solo un insieme di buone intenzioni? O un libro dei sogni? Questo lo scopriremo nei prossimi cinque anni, ma crediamo che un programma sia soprattutto la chiave per comprendere la prospettiva di città su cui la prossima amministrazione lavorerà. Il punto è che la prospettiva presentata da Gravagnuolo e dai partiti che lo sostengono è stata premiata dalla cittadinanza. Perché? Innanzitutto perché è credibile, perché lascia intravedere una via d’uscita brillante, efficace e suggestiva alla profonda crisi in cui versa Cava. Perché fa rinascere l’antico orgoglio cavese su nuove basi, non sciocco e pretenzioso come spesso è accaduto in passato, ma basato su idee innovative, potenzialità concrete, rispettosa integrazione e sinergia con il tessuto socio-economico provinciale. Forse è quest’ultimo il vero punto di forza. Cava città nobile, non isolata nella sua torre eburnea, ma “città di qualità” integrata nel contesto circostante. Non è un’idea nuova, ne aveva già parlato Raffaele Fiorillo a suo tempo, ma Gravagnuolo ha avuto il merito di condirla con toni e contenuti nuovi che evidentemente sono piaciuti ai cavesi. A ciò si aggiunga il capillare confronto con le categorie sociali della città, dando a tutte l’impressione di avere qualche buona idea da portare avanti e soprattutto gli strumenti di competenza e determinazione per farlo. In questo contesto anche la promessa di eliminazione dell’ICI e di riforma della tassa sulla spazzatura non è apparsa simile ad un coupe de théatre da confronto televisivo, ma il credibile completamento di un progetto condotto da uno che ha le idee chiare.
È stata costruita negli ultimi mesi un’opera laboriosa e paziente e la cittadinanza non ha avuto difficoltà a seguirlo. Quella cittadinanza che viene definita innamorata della destra in ogni circostanza in cui vota come è accaduto nell’aprile scorso, quando la Casa delle Libertà ha conquistato ben 20 punti percentuali di vantaggio sull’Unione. Eppure questo popolo irrecuperabilmente conservatore e di destra ha mandato diverse volte in Parlamento il comunista Riccardo Romano, prima come senatore e poi come deputato, insieme a una giovane Flora Calvanese, e da quando si vota col nuovo sistema elettorale ha scelto per tre volte sindaci di sinistra e una volta sola un rappresentante di Forza Italia. Sarà pure una città borghese e di destra, ma non si è mai vergognata di esprimere simpatie per il fronte progressista quando questo si è presentato con coerenza ed intenzioni serie.
Gravagnuolo ha saputo cogliere questo aspetto del carattere dei suoi concittadini ed è stato premiato. Azzardiamo la previsione che potrà essere un buon sindaco. Sarà il modo migliore per ringraziare la cittadinanza della fiducia accordatagli.

Panorama Tirreno, giugno 2006