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L’interesse di parte e quello dei cittadini
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Enrico Passaro
La vicenda del convegno disertato dai ministri del centrodestra, al di là della roboante polemica mediatica, qualche valutazione conclusiva deve avere provocato in tutti noi. Vediamo. I rappresentanti dell’Esecutivo, Bondi e Garfagna, dopo aver dato la loro adesione alla giornata di studio sulle radici benedettine in Europa, all’ultimo momento si sono tirati indietro “per sopravvenuti impegni di Governo”. Che cosa sarà accaduto? Che qualcuno della stessa coalizione politica ha fatto arrivare loro questo messaggio: «Ma che fate? Andate a tirare la volata sul Millennio della Badia al sindaco di Cava, esponente del centrosinistra, che si prenderà tutto il merito dell’iniziativa e la gestirà in proprio?” I ministri hanno recepito e hanno cortesemente annunciato i sopravvenuti impegni. Gravagnuolo, a cui non difetta una certa capacità di comunicazione, ha saputo rigirare lo smacco, mostrando a tutti come il meschino calcolo di parte abbia indotto gli esponenti del centrodestra locale a remare contro, ad agire cioè, per propri vili interessi, per un boicottaggio a danno della loro stessa città.
D’altro canto, quelli del centrodestra hanno voluto far arrivare al sindaco questo messaggio: “Smettila di fare il superuomo, senza di noi non puoi andare da nessuna parte!”. Da qui è nato nei giorni successivi una specie di tavolo delle trattative in cui, tra disponibilità vera o di facciata al dialogo, interessi di parte, vanagloria personale, accondiscendenza e tanta pazienza e buona volontà di qualcuno, è balenata la possibilità di pervenire ad un “coordinamento” delle iniziative per il Millennio e non solo.
Questi i fatti. Che, per la verità, non ci hanno colto di sorpresa. Qualche lettore più attento avrà notato che nel numero scorso del giornale, uscito pochi giorni prima dell’evento e delle avvisaglie di boicottaggio, ci eravamo limitati a riportare doverosamente in una pagina interna l’annuncio del prossimo convegno che prevedeva tra i relatori la presenza dei due ministri, ma nessun rilievo nel titolo avevamo dato alla notizia. Ora, regola deontologica avrebbe imposto un bel titolo di apertura in prima pagina (due ministri contemporaneamente a Cava sono un fatto di risonanza assoluta), ma prima di andare in stampa ci siamo chiesti: «Manterranno l’impegno o si tireranno indietro all’ultimo momento e noi rimarremo con un bel titolo su una notizia “falsa”?». Saggezza professionale ci ha indotti alla prudenza e abbiamo avuto ragione. Purtroppo!
La vicenda ha infatti evidenziato che si ha un bel dire sugli “interessi supremi della città o del Paese”, alla fine si impongono meri calcoli partitici. Il centrodestra ha dimostrato che usa due pesi e due misure a seconda delle circostanze. Rivendica il diritto di non essere escluso dalla gestione di un evento importante della città, come il Millennio, quando si trova in una posizione di minoranza. Lo fa adesso che il progetto sta prendendo corpo, dopo averlo snobbato e cercato di ridicolizzare nei mesi passati. Si è accorto che tutto il merito andrebbe alla maggioranza e invoca il “dialogo” e il diritto ad “una gestione democratica e partecipata”, ovviamente “nell’interesse dei cittadini”. Quando è il centrodestra a comandare, quel “dialogo” però svanisce, come dimostrano le varie leggi elettorali o la legge Gelmini.
Così stanno le cose, è inutile strapparsi le vesti. Fanno parte della patologia conclamata della politica italiana. D’altro canto lo avevamo annunciato dopo le votazioni di aprile al sindaco Gravagnuolo, definendolo “un uomo solo al comando”, per via dell’isolamento di cui avrebbe sofferto a livello istituzionale dopo il successo elettorale del centrodestra.
Se poi all’isolamento imposto dagli avversari dovesse aggiungersi anche quello degli alleati… Ma questa è un’altra storia e avremo modo di riparlarne.

Panorama Tirreno, novembre 2008