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Panorama oltre il Tirreno
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Galapagos, nella terra del tartarugone solitario ovvero un “single” di nome George
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Ha settant’anni ed è vedovo da ventisei: cerca una compagna per i suoi prossimi cento anni di vita
Elisabetta Muraglia
Cera una volta un single di nome George che viveva in una casa fatta apposta per lui e a cui era indubbiamente legato. Egli aveva un collo lungo e rugoso e due occhioni sempre tristi che gli coprivano metà viso…
Sembrerebbe l’inizio di una storia per bambini, nata dalla fervida fantasia di qualche scrittore e invece è un autentico “dramma” dei nostri giorni. Lo scenario è l’isola di Santa Cruz nell’ arcipelago de Colon, meglio conosciuto come Galapagos, dal nome spagnolo delle testuggini. Il protagonista della storia che mi accingo a raccontarvi è una tartaruga gigante, settantenne, di nome George che vive in solitudine da 26 anni, da quando, cioè, è morta la sua compagna. In questi anni non è riuscito a trovare nessuna che rimpiazzasse quel vuoto, perché lui è l’ultimo rappresentante della sua specie. A tal proposito, occorre ricordare che le Galapagos comprendono numerose razze endemiche tra cui ben sei diverse tra tartarughe e testuggini e le “fanciulle” diverse da lui, a George non piacciono.
Nel viaggio effettuato la scorsa estate in questo paradiso della natura ho ascoltato da una guida locale che era stato stabilito un premio di circa 25.000 dollari per chi avesse trovato una degna compagna al solitario tartarugone. L’arcipelago delle Galapagos è sotto la giurisdizione dello stato dell’Equador ed è stato nominato Parco Nazionale dal 1934, proprio per proteggere le specie animali e vegetali che qui vivono. Vi si accede dopo aver pagato una tassa d’ingresso di 100 dollari. Oltre le tartarughe, si possono vedere rettili come iguane marine e terrestri, le lucertole di lava e qualche serpente, mentre l’avifauna comprende più di ottanta specie diverse tra cui i fenicotteri rosa, i cormorani, i pellicani, le sule dalle zampe azzurre e qualche pinguino. Chi avrà il piacere di recarvisi, si renderà conto che tutti gli animali, non avendo mai avuto dei predatori, si lasciano tranquillamente avvicinare e non nutrono diffidenza e paura nei confronti degli uomini, sebbene sia rigorosamente vietato toccarli ed avvicinarsi per più di due metri. Sarete sempre controllati a vista dalle guide-guardie addestrare a far sì che l’habitat naturale non subisca modifiche di sorta.
Su una delle isole più grandi chiamata Santa Cruz (tredici in tutto e più di cinquanta isolotti), nel centro abitato di Puerto Ayora è presente una stazione di ricerca sulla fauna e la flora locale, dedicata a Charles Darwin, il famoso naturalista inglese che tra queste isole ha navigato per sei settimane a bordo del brigantino Beagle, mettendo a punto la sua teoria sull’origine della specie. Camminando nel centro Darwin si incontra George, che resta quasi sempre rintanato in un angolo, non sembra particolarmente socievole e si comporta in modo sdegnoso con le due femmine della razza più simile alla sua, che gli hanno posto vicino per compagnia. Tutte le favole in genere hanno un lieto fine e forse c’è l’ha anche questa, perché una studiosa italiana, Adalgisa Caccone, dell’università di Tor Vergata a Roma ha scoperto che, al contrario di quanto si supponeva, dall’altra parte dell’arcipelago esistono delle tartarughe con cui George potrebbe accoppiarsi, per cui la sua solitudine starebbe per avere un termine.
Ma vediamo come si presenta il luogo dove vive il promesso sposo. L’arcipelago ha circa due milioni di anni ed è di origine vulcanica. E’ situato nell’oceano indiano, in corrispondenza dell’equatore, a circa mille chilometri dalla costa dell’America meridionale. Per molti mesi all’anno è tormentato dalla corrente fredda di Hunboldt che si alterna con quella calda del Nino e questa caratteristica ha fatto sì che delle specie animali equatoriali convivono con quelle polari. Il periodo migliore per visitare la zona è da dicembre a maggio (23-34 gradi). Tra giugno e novembre il clima è freddo e piovoso. In tutte le Galapagos vivono circa diecimila persone concentrate in tre isole e si dedicano alla pesca, all’agricoltura ed al turismo. Dopo la loro scoperta avvenuta nel 1500, le isole furono un covo di bucanieri. Poi (non riesco ad immaginare per quale analogia, probabilmente l’isolamento), ai pirati si succedettero gli scienziati.
Una curiosità: vi ricordate il celebre personaggio di Robinson Crusoe? Dovete sapere che il suo autore, Daniel Defoe si è ispirato ad una storia realmente accaduta proprio nel periodo dei corsari, quando un pirata, tale Wooders Rogers recuperò su un isolotto lo scozzese Alexander Selkirk, abbandonato per quattro anni dal capitano della nave su cui veleggiava, a causa di una lite per motivi banali. Era vestito solo con una pelle di capra e aveva quasi disimparato a parlare.
Ma ritorniamo a George, non sarà la solitudine il destino di queste isole? Si sa che le tartarughe possono vivere a lungo, fino a duecento anni; pertanto noi auguriamo a George di trovare prestissimo una compagna adatta a lui, dato che è ancora un giovanotto.