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“Mister William Thomas Garbutt”
di Biagio Angrisani
prefazione di Antonio Ghirelli
Edizioni La Campanella
pp. 224, marzo 2004

Le recensioni

Corriere dello Sport-Stadio, 28 marzo 2004: “Un libro sulla storia del calcio. Antonio Ghirelli nella sua prefazione ricorda: “William Thomas Garbutt, detto Willy, allenava ancora il Napoli quando io frequentavo le elementari e cominciavo appena a tifare per la squadra azzurra: l’allenatore rappresentava per me un mito e nella mia memoria, a distanza di settant’anni, il mito è diventato ancora più suggestivo. Tanto più che Angrisani ci ha costruito uno dei più bizzarri romanzi sportivi che mi sia mai capitato di leggere…” (Massimo Grilli).

Genoa Cricket and Football Club, 1 aprile 2004: “E’ dedicato al più grande allenatore della storia rossoblù, William Garbutt, questo racconto ricchissimo di aneddoti e curiosità”.

Ansa, Libri 23 maggio 2004: “Nel libro Mister William Thomas Garbutt le origini della storia del calcio ma anche uno spaccato storico-sociale dell’Italia nella prima metà del Novecento”.
 
Il Giorno 5 aprile 2004: “Esisterà il romanzo storico-sportivo? Beh, se il genere non è contemplato, il lettore troverà in libreria un volume che gli darà le informazioni e l’affondo temporale dell’indagine storica, e, insieme, l’emozione e l’atmosfera che solo la realtà romanzata riesce a trasmettere. Mister William Thomas Garbutt parla di emigrazione - la vasta, spesso dolorosa emigrazione verso l’America - di musica, di Giolitti, di Salandra, dei ragazzi del ’99 oltre a dispiegare un’incredibile mole di informazioni sul calcio italiano”. (Pietro Lotito).

Il Quotidiano della Basilicata, 6 maggio 2004: “Emergono forti nel romanzo di Angrisani, edito da La Campanella, i valori umani nella movimentata vita di Garbutt. Non poche le ragioni per leggere tutto d’un fiato i cinquant’anni di peripezie e aneddoti dell’ex ala destra dei Blackburn Rovers e dell’Arsenal, poi apprezzato tecnico in Italia. Garbutt ha dovuto convivere anche con tanti fattori condizionanti, tra i quali il Fascismo”. (Renato Carpentieri).

Famiglia Cristiana, 8 agosto 2004: “Il romanzo di una vita, un viaggio emozionante nella storia del calcio italiano. Garbutt vinse tre scudetti con il Genoa, una Coppa Coni a Roma, guidò il Napoli negli anni Trenta e poi il Milan e ancora il Genoa. Evitò per un soffio il campo di concentramento in Germania, ma finì al confino in Abruzzo. Antonio Ghirelli nella prefazione scrive che si tratta del “più bizzarro romanzo sportivo che mi sia capitato di leggere…” (Alberto Bobbio).

Panorama Tirreno, luglio 2004: “Un romanzo con un inquadramento storico che aiuta a comprendere non solo lo spessore di un personaggio come Garbutt ma anche il rapido evolversi del fenomeno calcistico, passato da prodotto di imitazione d’Oltremanica a un evento imperiosamente affermatosi in un’Europa divisa e spaccata, fino a diventare nostro sport nazionale. Il tutto all’ombra di un periodo della storia che oggi qualcuno vorrebbe rimettere in discussione”. (Enrico Passaro)

Corriere del Mezzogiorno, 12 maggio 2004: “Un bel romanzo dedicato al primo storico tecnico del Napoli”.

Il Calcio Illustrato giugno 2004: “Un modo nuovo di raccontare la storia del calcio”.

La Roma, aprile 2004: “Un quadro particolare ricco di risvolti storici sino a oggi sconosciuti legati alla vita di un grande allenatore. Un maestro inglese venuto ad allenare in Italia: Genoa, Roma, Napoli nonché preparatore atletico dell’Italia di Vittorio Pozzo. Il termine mister nasce con questo allenatore misterioso che la Roma scelse per il suo debutto nel campionato italiano. Una biografia, un romanzo, una storia vera”.

La Stampa Web 27-9-2004, In Chiostro Sportivo: “Biagio Angrisani sceglie, per rivisitare la prima metà del XX secolo, un personaggio cardine del gioco del pallone, William Garbutt. Ed è una scelta felice in quanto il tecnico inglese non solo ha guidato con estrema competenza la società più blasonata dell’epoca, il Genoa, ma ha intrecciato la sua vita con le sorti drammatiche dell’ultimo Fascismo e della Seconda Guerra Mondiale. Ne nasce un romanzo di fascinoso intreccio, corredato da una documentazione storica di eccezionale interesse. Particolare, questo, che rende di rara valenza documentaristica un saggio sullo sport”. (Andrea Parodi)

La Riflessione, 5 maggio 2004: “Un viaggio nella storia del calcio. Una storia vera che sembra un film”. (c.d.)

Il Giornale dell’Umbria 9 ottobre 2004: “Una lettura avvincente, un romanzo che ti fa scoprire i lati nascosti di una vicenda incredibile”

Il Sannio quotidiano, 13 aprile 2004: “Ha ragione Antonio Ghirelli. E’ un romanzo così articolato nel tempo e nello spazio del secolo scorso, da somigliare a quei romanzi storici che si fingono ispirati da un enorme brogliaccio di ricordi, disseppellito in qualche soffitta di famiglia…” (Franco Santo)

Il Mattino, 19 maggio 2004: “ Con questo romanzo riviviamo il mito di quando sulla panchina azzurra c’era mister William Garbutt”.

Otto Pagine 13 giugno 2004: “Mister Garbutt è un romanzo interessante scritto in maniera gradevole”. (r.c.)

Avanti! 13 giugno 2004: “La piacevole scoperta di un nuovo autore con uno stile di scrittura particolarmente stimolante”. (Luca Maugeri).

Guerin Sportivo, 11-17 maggio 2004: “Attraverso il romanzo del primo Mister del nostro calcio, Angrisani narra gli albori del football. Prefazione di Antonio Ghirelli tifoso del Napoli di Garbutt sin dalle scuole elementari…”

La Sicilia 29 giugno 2004: “Per gli appassionati di calcio Mister Garbutt è una lettura emozionante”.

Corriere Laziale, 18 maggio 2004: “Riviviamo l’epopea di Garbutt che agli inizi del secolo scorso rivoluzionò il pensiero calcistico italiano. Con lui nasce il mestiere di allenatore”. (Filippo Gherardi)

La Discussione, 22 aprile 2004: “E’ piacevole averlo letto”. (Lilli Liberto)
 
L’Acireale, novembre 2004: “La vita di Garbutt, per una serie di coincidenze normali e straordinarie, è legata alle vicende di un continente lanciato verso la seconda guerra mondiale, i campi di concentramento, gli orrori, le miopie e gli slanci eroici di persone comuni. Un racconto avvincente di un autore che propone uno stile stimolante senza rinunciare al rigore della ricerca scientifica”. (Gaetano Rizzo).

Io la penso così:
Franco Mognon, giornalista del Corriere dello Sport-Stadio, già inviato di diversi giornali veneti. “La più bella storia di sport degli ultimi anni. Sullo sfondo, un Paese avviato alla tragedia. Ai bordi, grigie e piccole figure che affondano nel ridicolo dei sospetti, delle gelosie, delle vendette. E a centro campo, un uomo fragile per la malattia ma grande per dignità, forte di passione e impegno civile. Un gigante che si staglia sopra il nulla. Il racconto di Biagio Angrisani ha lo spessore di un romanzo storico e l’ affascinante leggerezza delle emozioni che lo sport sa regalare. Penso che Mister Garbutt e Biagio Angrisani sarebbero piaciuti anche a Pietro Germi. Avremmo avuto un seguito di un “Un uomo di paglia”, di “Sedotta e abbandonata” e di “Signore e Signori” ”.