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Quando Angelo Roncalli soggiornò tre giorni a Cava
Il futuro papa Giovanni XXIII fu ospite del vescovo Lavitrano nel 1923
Antonio Donadio, poeta, scittore e già nostro redattore, ha portato alla luce alcuni fatti inediti di Papa Giovanni relativi a una sua visita a Cava de’ Tirreni.
“E mi riposo beatamente qualche ora”. Così scriveva don Angelo Giuseppe Roncalli, che poi sarebbe diventato Papa col il nome di Giovanni XXIII, a mons. Vincenzo Bugarini suo rettore di Seminario. La cartolina postale autografa fu inviata da Cava dal futuro papa il 29 maggio del 1923. «Tutto ciò mi è stato possibile - ha affermato Donadio - grazie alla squisita disponibilità di Mons. Loris Francesco Capovilla, segretario particolare di papa Giovanni, che lo aveva seguito dal Patriarcato di Venezia anche a Roma allorché fu nominato papa. Egli mi ha fornito una dettagliata documentazione che fa parte di una pubblicazione data alle stampe grazie anche alla collaborazione del comune» (a sinistra la copertina della pubblicazione). Mons. Angelo Giuseppe Roncalli ha soggiornato nella città metelliana il 29, 30 e 31 maggio del 1923 ospite dell’allora Vescovo di Cava-Sarno mons.Luigi Lavitrano. L’originale della cartolina postale datata 29.5.1923  ed imbucata il giorno dopo presso l’ufficio postale di Cava centro è conservato presso l’archivio di papa Giovanni XXIII a Ca’ Maitino, frazione di Sotto il Monte, in provincia di Bergamo. Una “scoperta” molto importante di notevole interesse per la città.
F.R.
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«…e mi riposo beatamente qualche ora». Così scriveva don Angelo Roncalli a Mons. Vincenzo Bugarini parlando della sua sosta a Cava de’ Tirreni nel maggio del 1923.
Il futuro Papa Giovanni XXIII, allora poco più che quarantenne, presidente del Consiglio centrale per l’Italia della Pontificia Opera della Propagazione della Fede, era di ritorno dalla Sicilia.
Vi si era recato per cercare di destare maggiore attenzione verso l’attività missionaria, occasione che gli permise di poter visitare anche luoghi che non trascurava di annotare nella sua corrispondenza.
Così in una lettera che reca l’intestazione dell’ “Istituto S. Michele-Acireale” spedita da Acireale e inviata a Mons. Vincenzo Bugarini, datata 22 maggio 1923, preannunciava la decisione di sostare a Cava: «Venerdì sarò a Patti, e domenica a Nicosia di nuovo al centro dell’isola. Mercoledì nel viaggio di ritorno sosterò a Cava presso mons. Lavitrano e venerdì 1 giugno sarò a Dio piacendo a Roma».
Nel suo frenetico pellegrinaggio di diocesi in diocesi, Mons. Roncalli decide di fermarsi a Cava per ben tre giorni, luogo in cui prefigura di poter “beatamente” riposare, cosa che farà come documentato da una cartolina postale datata 29 maggio 1923 ed imbucata presso l’ufficio di Cava Centro il giorno 30, destinatario lo stesso mons. Vincenzo Bugarini, in cui scrive:
«Ho lasciato la Sicilia con vera soddisfazione e con molte speranze che i tanti e talora un po’ difficili passi che ho fatto e le povere ma innumerevoli parole dette siano strumento di benedizione per l’Opera Santa. Qui mi trovo ospite di mons. Lavitrano che è veramente tanto buono e bravo, e mi riposo beatamente qualche ora».
Purtroppo non sappiamo come abbia trascorso questi tre giorni, ma non è difficile immaginarlo: una visita alla S.S. Trinità della Badia, sia per la sua formazione storica e la sua passione di bibliofilo, sia per il suo attaccamento alla Congregazione del Benedettini, ipotesi questa che, benché presso l’Archivio Benedettino non sia stato reperito alcun riscontro, viene suffragata dalla testimonianza del Priore dell’Abbazia Don Leone Morinelli che mi ha recentemente confermato che lo stesso Papa Giovanni XXIII, in seguito, ebbe a parlare di una Sua visita alla Badia; e poi salubri camminate lungo le nostre colline, e chissà, non disdegnando qualche passeggiata sotto i portici.
E’ quasi sicuro, invece, come trascorse uno di quei tre giorni, credo trattasi del giorno 29.
Il settimanale “Il Piccolo Corriere”, del 21 giugno 1923, con il titolo “Giornata Missionaria”, riporta il resoconto di un’intera giornata - senza, però, specificarne la data - trascorsa da Mons. Roncalli presso il Palazzo Vescovile e il Duomo di Cava ove “convenne alla presenza del Vescovo Luigi Lavitrano tutto il clero secolare e regolare della Diocesi “ ed anche un numeroso “laicato cavese”.
Trattasi, credo, di uno di quei tre giorni di fine maggio in quanto l’articolista scrive che: ”Mons.
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don Angelo Roncalli, reduce dalla Sicilia, s’è fermato a Cava ed il vescovo ha colto l’occasione per una feconda giornata missionaria”. Si apprende anche che Mons. Roncalli “chiuse con un plauso alla buona volontà manifestata dal clero cavese”.
Certo e documentato è, invece, il calendario delle S. Messe quotidiane celebrate qui a Cava.
Sul registro personale d. Angelo Roncalli così annota:
29 maggio a Cava in episcopio alle 15;
30 maggio a Cava al Santuario della Madonna dell’Olmo alle 16;
31 maggio a Cava in Duomo alle 19.
Poche ore dopo lasciava Cava per ritornare a Roma.

Tratto dal libro “Omaggio a Giovanni XXIII” a cura di Antonio Donadio - I quaderni 2000