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Cava, aumentano i poveri
Sono duecento in più rispetto allo scorso anno
Francesco Romanelli
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Gli iscritti nell’elenco degli indigenti della città metelliana aumentano di circa 200 unità rispetto allo scorso anno. Un dato certamente non esaltante per la città. Secondo i dati dei Servizi Sociali del Comune i poveri inclusi negli appositi elenchi sono seicentocinquanta. Un altro numero consistente di famiglie (730) sono esonerate dal pagamento dell’acqua e della spazzatura per lo stato precario in cui sono destinate a vivere. Intorno a questo mondo di poveri della città si intrecciano storie tristi e poco edificanti.
Sono in molti quelli che non sono iscritti agli elenchi che si vergognano di uscire allo scoperto, di chiedere aiuto, e che, spesso, se anche lo chiedono, non lo ricevono quasi mai. Al momento non esiste alcuna struttura comunale che possa ospitarli. I fondi, purtroppo, sono sempre pochi.
Il comune metelliano comuque s’adopera per rendere meno disagevole la vita a chi fortunato non è stato. L’azienda aggiudicataria delle mense scolastiche fornisce pasti caldi a domicilio a tre nuclei familiari con i minori a carico. Altri sessanta ragazzi di famiglie bisognose sono ospitati a Villa Formosa in semi-convitto. Si servono delle strutture scolastiche, socializzano con altri ragazzi e consumano anche un pasto caldo e la sera rientrano nei loro rispettivi nuclei familiari. Il comune, inoltre, fornisce assistenza anche ai disabili meno abbienti. Dove spesso il pubblico non può arrivare c’è il privato.
«E’ nostro compito di amministratori destinare nel bilancio che dovremo approvare entro il prossimo mese di febbraio - afferma Giovanni Baldi, presidente del consiglio comunale metelliano - fondi cospicui per dare una mano a chi è meno fortunato. È importante che anche l’ente pubblico faccia il proprio dovere».
Molte associazioni di volontariato che operano in città si danno da fare per offrire, nella massima discrezione, un aiuto a chi veramente ne ha bisogno. Le parrocchie, la Caritas Diocesana ed il convento dei francescani si sforzano nell’ambito dei fondi a disposizione di essere vicini a chi aspetta un pasto. Quotidianamente Fra Gigino Petrone con tutti i suoi confratelli ospita nella mensa del convento una ottantina di bisognosi che provengono anche dalle città vicine. Un pasto caldo alla mensa di San Francesco non è negato a nessuno. Per raccogliere fondi per la mensa annualmente gira per la città il “trenino della solidarietà” ideato alcuni anni fa dal professore Armando Lamberti. Nei giorni a ridosso dell’Epifania tutta la città viene attraversata in lungo ed in largo con buoni risultati. «Meritevole quello che fanno i frati francescani ma bisogna adoperarsi di più, il volontarito non può supplire ad una società che non funziona» conclude il presidente Baldi  lasciando intendere che la povertà è un problema politico che va affrontato alla radice.

Panorama Tirreno, marzo 2005
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