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Alla Manifattura Tabacchi i sigari aromatizzati
Con questa intenzione i nuovi proprietari privati intendono rilanciare la produzione cavese
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Francesco Romanelli
La Manifattura Tabacchi metelliana dovrebbe diventare un polo per la produzione dei sigari aromatizzati. Questa sarebbe, infatti, l’intenzione della Bat Italia (British American Tobacco) proprietaria dell’opificio cavese. Altra forza lavoro (trenta dipendenti) giungerà fra non molto dallo stabilimento di Scafati chiuso qualche mese fa. In totale i dipendenti impiegati per tale produzione saranno 125. Numero di gran lunga inferiore a quello di alcuni anni fa. Il passaggio dal pubblico al privato del comparto ha fatto perdere molti posti di lavoro con tutte le conseguenze che poi ne sono derivate. Ora uno spiraglio nuovo si apre, anche la Cgil è soddisfatta per questa scelta aziendale. «Dal piano industriale redatto dall’azienda - fanno sapere dal sindacato - si evince che la produzione dei sigari aromatizzati proseguirà fino alla fine del prossimo anno. Tutto ciò, naturalmente, dovrebbe scongiurare qualsiasi taglio alle maestranze. Attualmente presso l’opificio cavese vengono prodotti le seguenti specie di sigari: garibaldi, ammezzato garibaldi, toscanelli, sigaro all’aroma di anice e caffè. Nell’immediato futuro, però, si produrranno quasi sicuramente solo gli aromatizzati. Un fattore positivo che giova a favore di Cava è che tale produzione non ha mai avuto uno stop come successo in altri stabilimenti. Quello di Bologna, per scelta aziendale, ha chiuso i battenti tempo fa. Nessun operaio però ha perso il posto di lavoro. Le maestranze sono state assunte da un privato. Il problema occupazionale, naturalmente, in quell’area è molto diverso dal nostro».
Cava polo del sigaro aromatizzato? È possibile, secondo la Cgil, ma al momento però non c’è nulla di scritto anche se si dovrebbe andare comunque in quella direzione. Ci sono stati dei concreti segnali come per esempio l’ottimizzazione della strumentazione che era obsoleta. Di conseguenza la produzione è notevolmente aumentata. La strategia industriale della Bat al momento prevede la produzione del sigaro toscano solo a Lucca, un mega opificio con macchinari all’avanguardia con il quale si è dovuto spesso misurare quello di Cava negli anni scorsi per salvaguardare la propria produzione. Nonostante l’opificio cavese non avesse a disposizione strumenti moderni, le maestranze con la loro professionalità sono riusciti a sopperire a questo handicap. Forse anche per questo motivo la multinazionale inglese-americana ha scelto la città metelliana come sede per poter produrre i sigari aromatizzati. Secondo la Cgil però non è naturalmente possibile sapere i progetti a lungo termine dell’azienda, in questo settore si va avanti a piccoli passi. A luglio si era stabilito di non chiudere lo stabilimento di Scafati e ad ottobre tale decisione è saltata. Tutto dipende dalla politica industriale che la Bat intende perseguire nei prossimi anni.
Il settore sarà condizionato certamente dalla legge sul fumo anche se al momento la produzione di sigari non ha subito alcun contraccolpo.

Panorama Tirreno, marzo 2005
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