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Tommaso Avagliano, radici cavesi, cultura universale
Una perdita incolmabile per la città metelliana e per tutto il Sud


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«Piangimi di un pianto breve
nato dal segreto del cuore.
Dimmi una tua parola tenera:
di me ricorda, quando con me
non sarà più la vita».
Anonimo



Enrico Passaro
Radici, radici culturali profonde, radici che si rinnovano e crescono. E una città che poggia su quelle radici. Tommaso Avagliano era una diramazione di quelle radici, una diramazione cresciuta negli anni e andata sempre più in profondità, a reggere ed alimentare la ricchezza culturale di Cava de’ Tirreni e di tutto il Sud. Lo ha fatto con quasi 30 anni di insegnamento nelle scuole statali; pensate a quanti giovani ha indottrinato con le sue conoscenze di letteratura italiana, di storia, geografia, latino e storia dell’arte. Poi, insieme a Sabato Calvanese, ha avvicinato molti concittadini poco avvezzi alle tele d’autore, tenendo in piedi per 25 anni il Centro d’arte e cultura “Il Portico”, nel quale esponeva quadri di pregio e con pazienza certosina ne illustrava le caratteristiche e le qualità a visitatori e acquirenti provenienti da tutta la regione.
Intanto, giacché non si fermava mai, scriveva e collaborava con giornali quotidiani e periodici locali e nazionali. Ci ha lasciato molte sue pubblicazioni, libri di storia, di poesia, di letteratura. Tanti e fondamentali volumi sulla storia di Cava de’ Tirreni.
Infine, mai domo, ha condotto con coraggio e tenacia per 40 anni il suo impegno di editore, con pubblicazioni, tutte selezionate, di qualità, per palati fini. Prima con la Avagliano Editore, poi con la Marlin, voluta fortemente insieme al figlio Sante, ha continuato con forza e determinazione un lavoro che amava ed al quale non ha mai rinunciato, pur con le mille difficoltà di un settore, come quello editoriale, che è terreno molto spinoso. Una ricerca certosina di opere preziose e fuori dai circuiti popolari più diffusi, con numerose collane di saggistica, di storia, di narrativa, di poesia. Due romanzi storici (“Il resto di niente” di Enzo Striano e “Francesco e Nunziata” di Mario Orsini Natale) hanno scalato le classifiche nazionali di vendita e sono stati tradotti in numerosi Paesi, vincendo premi letterari.
La grandezza di Tommaso Avagliano è in questa sua capacità di essere e sentirsi profondamente legato alla sua Cava e al suo meridione, ma nello stesso tempo così fuori da una visione localistica e provinciale delle cose. Perché la cultura non può essere chiusa all’interno di confini. E la dimensione del suo operato ha straripato in tutta Italia ed all’estero. È bello per noi che di tanto in tanto visitiamo librerie in giro per il Paese, scoprire sugli scaffali qualche libro edito da Marlin oggi, come da Avagliano Editore qualche tempo fa, senza rimanere mai delusi dai contenuti.
Questa passione, questa dignità e consapevolezza della forza della cultura e delle proprie radici, Tommaso le ha trasmesse ai figli Mario, Sante e Luciano, che continuano a portarle con onore per le strade d’Italia con il loro lavoro ed il loro impegno civico e sociale. Sarà andato via orgoglioso dei suoi figli e grato verso la signora Lia, che lo ha accompagnato negli anni della loro splendida vita insieme. Se n’è andato scegliendo la sua epigrafe da un poeta greco anonimo, che riportiamo a parte, e portando con sé una copia de “I promessi sposi”, che vorrà continuare a leggere nell’aldilà, gettando di tanto in tanto un’occhiata amorevole verso la sua Cava de’ Tirreni e la sua famiglia.

Panorama Tirreno, ottobre 2021