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Borsa di studio intitolata a Roberto Virtuoso
Un uomo e un politico che sapeva guardare al futuro
Si prodigò per la Campania, per Cava e per la sua Badia
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Francesco Romanelli
Salerno. Nell’affollata aula magna dell’Istituto professionale di Stato per i servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera che porta il suo nome, è stato ricordato Roberto Virtuoso, insigne letterato ma, soprattutto un onesto e serio politico che tanto lustro ha dato alla regione Campania ai suoi albori ricoprendo il ruolo di assessore al Turismo, Commercio, Beni Culturali e Ambiente. In questa occasione è stata presentata anche la “Onlus Roberto Virtuoso” che ha lo scopo di promuovere la raccolta di denaro o beni materiali da destinare agli studenti che si trovano in condizioni svantaggiate economiche, sociali e familiari. All’incontro, organizzato a quarant’anni dalla morte (avvenuta il 22 marzo 1977) e nel giorno del novantesimo anniversario della nascita, erano presenti compagni di partito, tantissimi amici ed alcuni suoi alunni. Dai vari interventi susseguitisi è stata messa in evidenza la lungimiranza dell’uomo politico metelliano. Emblematico il titolo di un volume distribuito ai numerosi partecipanti alla manifestazione curata dal senatore Alfonso Andria e della figlia, Mimma Virtuoso: “Roberto Virtuoso: gli occhi del futuro”.  E’ stato Francesco Accarino, avvocato amministrativista, ad illustrare per sommi capi la “cavesità” di Virtuoso: “Assessore al turismo della regione Campania nella prima consiliatura delle neo istituite regioni, fu artefice di un’ampia programmazione regionale del turismo che ancora oggi gli addetti ai lavori ricordano.  Naturalmente da cavese di Corpo di Cava, dedicò particolare attenzione alla città attraverso l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo metelliana, al cui vertice volle l’avv. Enrico Salsano. Il Borgo Scacciaventi rivalutato, l’illuminazione delle mura di cinta e il recupero dell’antico borgo di Corpo di Cava, i concerti di un certo spessore nella basilica benedettina della Santissima Trinità, l’aumentato fervore della festa di Monte Castello sono delle felici intuizioni proprio dell’onorevole Roberto Virtuoso”.
La professoressa Clotilde Baccari Cioffi, sua allieva, per molti anni insegnante di latino e greco negli istituti superiori, ha illustrato i tratti di Roberto Virtuoso “professore”: “Una personalità di grande cultura, che con facilità trasferiva il suo sapere alle numerose generazioni di studenti che lo hanno avuto come docente. Oltre alla cultura ha insegnato l’etica ed il sano e buon comportamento a numerosi studenti che hanno avuto il pregio di averlo come docente”.
Gianfranco Casaburi, dirigente scolastico dell’alberghiero di Salerno ha ricordato Roberto Virtuoso come “padre affettuoso, uomo politico moderno ed intuitivo, amministratore regionale dinamico e volitivo, indimenticato da quelli che lo conoscevano”.  “Se l’uomo, infatti, si batteva e credeva-ha concluso- nella riqualificazione dei luoghi, nella dinamica delle scelte operative, nella creazione di occasioni di lavoro all’interno del territorio, mi sembra che non sia improprio dire che il cuore del suo pensiero e della sua azione sopravvivano egregiamente in una scuola che del dinamismo, del collegamento con il mondo del lavoro, dell’operatività e dell’innovazione didattica e tecnologica ha fatto i suoi punti di forza”.
E’ stato il senatore Alfonso Andria, “allievo” prediletto di Virtuoso, a fare scoprire alla platea tanti aneddoti sconosciuti ai più: ”Avevo conosciuto il professore Virtuoso, che già da tempo era legato da salda amicizia a mio padre in quegli anni viceprovveditore agli studi di Salerno, quando frequentavo il liceo “Francesco De Sanctis” alla vecchia sede del rione Calcedonia in Salerno. Non fui suo allievo, ma dopo il periodo della contestazione giovanile (nel salernitano vivemmo un ‘68… ritardato) chiedemmo e ottenemmo dei corsi pomeridiani di letteratura italiana, in vista degli esami di maturità del 1970. A Virtuoso toccò un ciclo di lezioni su Alessandro Manzoni. Ma che dico: lezioni? Delle vere e proprie conferenze nelle quali l’oratore era capace di stabilire un rapporto immediato e costante con l’uditorio, calamitandone l’attenzione e l’interesse. Già in quel periodo era impegnato in politica: dirigente provinciale e regionale del partito, consigliere comunale a Salerno e capogruppo consiliare della DC. La formazione attraverso gli studi severi compiuti presso il Liceo dell’abbazia benedettina della Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni, la città che gli dette i natali; la militanza nell’associazionismo cattolico al tempo in cui esso rappresentava un’autentica palestra per la crescita spirituale e culturale; poi dirigente del Movimento Laureati Cattolici; la dedizione all’insegnamento che avvertiva come una missione e che viveva con profonda passione; l’impegno civile e, in primo luogo, il temperamento determinato, il piglio autorevole, vorrei dire “magnetico”, rappresentavano le caratteristiche ideali per intraprendere la strada del servizio  alle istituzioni oltre l’ambito locale, pur restando radicato al territorio. Lo sbocco della candidatura alla legislatura costituente della regione Campania (1970-1975) fu perciò naturale e coronata da successo. Tentare un’enumerazione, anche soltanto approssimativa e parziale, delle azioni messe in campo dall’assessore Virtuoso in quel quinquennio di amministrazione alla regione Campania sarebbe sostanzialmente impossibile. Provo a citarne alcune: l’istituzione del corso di formazione professionale per la catalogazione dei beni culturali, acquisizione dei beni culturali al pubblico patrimonio Villa Rufolo di Ravello, ad esempio; la rivista “ Civiltà della Campania” con la partecipazione di grandi firme del giornalismo e della cultura regionali e nazionali; misure di sostegno alle attività commerciali per il miglioramento degli esercizi soprattutto nei centri storici; investimenti specifici sulla valorizzazione delle risorse paesaggistiche e ambientali; la valorizzazione di Borgo Scacciaventi a Cava de’ Tirreni ed il recupero delle mura di Corpo di Cava; l’istituzione a Castellabate del primo parco marino del Mediterraneo. Roberto Virtuoso mi fu vicino nel momento più difficile della mia vita: la scomparsa improvvisa e prematura di mio padre. Mi tese una mano e mi guidò. Non l’ho mai dimenticato, né mai dimenticherò il suo concreto accompagnamento, i suoi insegnamenti, la “lezione” che mi impartì fuori dalle aule del Liceo De Sanctis. Mi considero suo “allievo politico”, ma sono stato sempre consapevole dell’impossibilità di eguagliare il Maestro”.
E’ stata Mimma Virtuoso, molto emozionata, figlia di Roberto a concludere la manifestazione: “Guardava lontano papà, la sua genialità ha anticipato tanto il presente, le sue intuizioni dopo quarant’anni si realizzano ora. Dopo tanti anni, quando pronuncio il mio cognome, vedo tanti occhi illuminarsi, tanti ricordi vivi riaffiorare nella mente di chi ha conosciuto la sua vitalità ed il calore umano, la lungimiranza e l’integrità morale che lo distinguevano. Certo, non è mai giusto morire a neanche cinquant’anni, ma vale la pena vivere ogni giorno in pienezza, per dare un senso all’esistenza e per aiutare gli altri ad occupare un posto giusto nel mondo, a rimuovere le ingiustizie, e per dare il proprio contributo, per offrire opportunità al prossimo, per servire e mai per essere servito, per fare nascere speranze e per far brillare ideali”.

Panorama Tirreno, 27 maggio 2017