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cultura
Elvira Coda Notari, la caparbietà della donna che scoprì il cinema
In un romanzo di Flavia Amabile la vita della prima regista italiana

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Flavia Amabile
Elvira
Editore Einaudi – Maggio 2022
€ 18,00

di Enrico Passaro
Come molti cavesi, ho conosciuto Elvira Coda Notari attraverso la scoperta che ha fatto di lei la nostra Patrizia Reso, autrice del libro “Elvira Coda Notari - Tracce metelliane di una pioniera del cinema”, pubblicato da Terra del Sole nel 2011. La protagonista del libro è stata la prima regista donna del nostro Paese. Parliamo di inizio Novecento, quando la cinematografia compiva i primi passi. Elvira era nata a Salerno nel 1875, da genitori di Cava de’ Tirreni; poi con la famiglia si era trasferita a Napoli, dove si avvicinò al cinema e visse la sua straordinaria avventura in questo mondo, per poi ritirarsi negli ultimi anni della sua vita proprio a Cava. Qui morì nel 1946.
Ora Flavia Amabile ha raccontato di Elvira una storia romanzata, partendo proprio dalle scarne notizie che era riuscita a raccogliere Patrizia Reso. Flavia è una bravissima giornalista, anche lei partita da Cava molto giovane e approdata infine alla redazione de La Stampa, dove svolge con passione, professionalità e puntiglio il proprio lavoro. Gli spunti appresi dal volume della Reso l’hanno spronata ad approfondire un argomento su cui esistono ormai pochissime fonti e testimonianze. I familiari più diretti di Elvira Coda ormai non ci sono più e scarsi sono i documenti disponibili. Da quel poco che c’è Flavia ha percepito la grandezza del personaggio, inspiegabilmente finito nell’oblio. Forse perché donna e costruttrice di storie di donne, forse perché autrice di immagini e situazioni estremamente realiste e con un profondo senso di amaro fatalismo, forse perché indomita nelle sue idee anticonformiste, forse perché inevitabilmente osteggiata dal fascismo e mai più recuperata alla giusta e onesta considerazione.
Flavia ha dovuto dunque riempire di contenuti i contorni curriculari di Coda Notari di cui disponeva. Ne è venuto fuori un ottimo romanzo, che si fa leggere con curiosità e apprezzamento crescenti fino alla fine. Nella storia che ha costruito, Flavia ha inserito contenuti conformi alla realtà, documentati fino in fondo, credibilissimi. E ne esce fuori una Elvira da un innato talento, una straordinaria tenacia e una vocazione da leader. Ha guidato se stessa e la propria famiglia all’interno di un mondo fantastico, non ancora esplorato, sapendo cogliere da subito le enormi potenzialità del cinema, capendo con immediatezza i gusti del pubblico e mantenendo le distanze da una critica superficiale e ipocrita che non sempre seppe comprendere i contenuti della sua prolifica produzione (più di 60 lungometraggi e centinaia tra cortometraggi e documentari). Lo spirito profondo del romanzo ci guida anche attraverso i tormenti interiori di Elvira, dovuti allo straordinario sacrificio che impose a se stessa e alla propria famiglia, allorché decise di affidare la terza dei suoi tre figli a un orfanotrofio, per poter continuare a portare avanti il suo lavoro.
Flavia racconta la vita di Elvira con passione e partecipazione, forse perché un po’ si identifica in lei, ne condivide l’irriducibile determinazione, la sensibilità verso le violenze subite dalle donne, la vicinanza ai temi degli umili e degli oppressi.
Per comprendere lo spirito di Flavia conviene ricordare anche un suo precedente lavoro, “I contadini volanti” (Arkhé edizioni 2015) che descrive attraverso un coinvolgente servizio fotografico il lavoro estremo, emarginato, residuale dei coltivatori di limoni, gli sfusati della Costiera Amalfitana.
La penna di Flavia, quindi, è quella giusta per descrivere la vita e le avventure di Elvira Coda Notari.
Nel pomeriggio romano di presentazione del libro presso la Casa del Cinema, ascoltavo un’altra cavese - l’attrice Anna Ferraioli Ravel, che ha letto alcuni brani del libro – spiegare prima dell’inizio agli illustri ospiti presenti, fra cui la regista Cristina Comencini e il ministro Elena Bonetti, che “a Cava de’ Tirreni non c’è neanche una strada intitolata a Elvira Coda Notari”. Beh, sarà il caso di pensarci sul serio.

Panorama Tirreno, luglio 2022