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Quando l’aquilotto artigliò il diavolo e il “Meazza” intonò per la “Real Cavese”: “Oje vita oje vita mia”

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7 novembre 1982

Milan 1
Cavese 2
(primo tempo 1-1)
MILAN: Piotti, Icardi, Evani, Pasinato, Tassotti, Baresi E, Cuoghi, (Incocciati dal 61’), Battistini, Jordan, Verza (Romano ‘38), Serena. (12 Nuciari, 13 Benetti, 16 Damiani). All.: Castagner
CAVESE: Paleari, Gregorio, Pidone, Bitetto, Guida, Guerini, Cupini, Piangerelli, Di Michele (Bilardi 88’), Pavone, Tivelli (Puzone 84’). (12 Assante, 13 Magliocca, 15 Caffarelli). All.: Santin
Arbitro: Falzier di Treviso
Marcatori: Jordan al 23’, Tivelli al 26’, Di Michele al 55’. Ammoniti Guida, Jordan e Icardi per gioco scorretto. Tivelli per comportamento non regolamentare. Angoli 8-2 per il Milan (0-2 p.t.). Il calciatore Verza è uscito a causa di uno strappo alla coscia destra.
Note: Giornata fredda, cielo grigio. Spettatori 40.000 circa dei quali 30.384 paganti (7.438 abbonati) per un incasso di 218.425.500. Larga rappresentanza cavese (oltre 6.000 tifosi giunti dalla città campana, dai centri del nord Italia, da Svizzera e Germania). Presente in tribuna l’avvocato Sordillo, presidente della Federcalcio.

Milano - In una giornata padana dove pioggerellina e umidità si scambiano effusioni, l’immenso stadio “Meazza” accoglie una squadra di provincia ospite del grande Milan predestinato a una fuga solitaria, a una marcia trionfale nel campionato cadetto. Dopo il calcio d’inizio i rossoneri sono convinti di sbrigare in fretta la “faccenda Cavese”.
I primi venti minuti sono contrassegnati da continui attacchi milanisti alla porta difesa da Paleari che in più di una occasione è chiamato a intervenire. È soprattutto Jordan a incutere i maggiori timori. Santin ha schierato una Cavese molto “corta”, sistemando Guida su Jordan, Gregorio sulla fascia destra pronto a neutralizzare le discese di Evani, Pidone contro Serena. A centrocampo Pavone si destreggia con eleganza e senza spreco di energie, mentre il dinamismo è nei garretti di Guerini e Cupini, cursori infaticabili e guastatori dell’asse centrale rossonero, che ha in Battistini l’uomo di maggior classe.
Gol e risposta
Il Milan passa al 22’. Discesa di Pasinato sulla destra, cross al centro e il colpo di testa di Verza viene respinto, ancora Verza di piede cerca di spingere la sfera in rete, ma la palla si alza e Jordan colpisce di testa spedendola alle spalle di Paleari. Sulla linea di porta Piangerelli effettua una rovesciata agganciando al volo il pallone.
L’arbitro è indeciso se la sfera abbia oltrepassato o no la linea bianca, ma il guardalinee corre verso il centrocampo e Falzier, nel dubbio, convalida il punto ai potenti rossoneri. Uno a zero e palla al centro. Sembra l’inizio di una débacle, ma pochi minuti dopo, al 26’, Baresi libera male di tacco e subito Pavone si impossessa della sfera smistando sulla sinistra per Tivelli, che brucia Icardi sullo scatto Due tocchi al pallone e parte una sventola di sinistro dai ventidue metri che stende Piotti. Uno a uno. Un iceberg sembra calato sul settore degli ultras rossoneri, dove è situata la famosa “Fossa dei leoni” e i “Commandos”, proprio dietro la porta di Piotti. Sugli spalti opposti esplode tra le migliaia di tifosi della Cavese una Piedigrotta estemporanea. Gioia e lacrime scoppiano insieme ai petardi. Si alzano i cori meridionali. Si uniscono al canto anche baresi, napoletani, cosentini e altra gente del Sud quando viene intonato “Oje vita oje vita mia...”. Qualche incredulo si convince del pareggio solo quando sul tabellone luminoso compare il nome di Tivelli accanto a quello di Jordan. Per la punta della Cavese si tratta del terzo gol inflitto al Milan. Con la maglia del Foggia, due anni prima Tivelli aveva segnato una doppietta al Diavolo. Più Costante di così...
Con rabbia il Milan si rilancia verso Paleari. Dalle fasce piovono palloni per Jordan e Serena. In più di un’occasione ci mette una “pezza” l’estremo difensore della Cavese, mentre Guida e Pidone lottano con i denti, cercando di ostacolare il gioco aereo dei “watussi” rossoneri. In due occasioni Serena sbaglia facili gol. Al 38’ esce Verga per uno strappo alla coscia destra. Lo sostituisce Romano . Si va al riposo sull’uno a uno.
L’intervallo
Le coronarie dei cavesi trovano un quarto d’ora di sollievo. La tensione viene diluita dai “Borghetti”, un intruglio imbevibile fuori dagli stadi che però subito alimenta di nuovo, nei fumatori, la voglia di una sigaretta. Alcuni tifosi storici come Gabriele Papa detto “Pi-po-pì”, Mario Abate marco “o Capajanca”, Matteo “o paganese” e Sabato Trezza, ovvero “Lallino”, sono in “coma”. Idem per Eduardo, mentre il giovanissimo Adolfo Caldarese, detto “Caldes” - reduce dai trionfi spagnoli del Mundial - regge bene l’emozione e si conferma tifoso-leader degli anni Ottanta. Il ritorno delle squadre sul terreno di gioco è salutato dal rullo dei tamburi delle opposte tifoserie, che hanno avuto anche degli alterchi e incontri ravvicinati di un certo tipo, ma San Siro è grande ed è facile tenere lontana gente disposta a certe discussioni. Per fortuna nessun incidente degno di rilievo.
Intanto, né Castagner, né Santin hanno operato sostituzioni. La Cavese è più convinta dei propri mezzi, nonostante la forte pressione rossonera che schiaccia gli ospiti nella loro area di rigore; ma il Milan non costruisce palle-gol limpide.
Il miracolo
Al 55’ la svolta. Un’azione d’attacco degli aquilotti fa pervenire la sfera sulla fascia destra a Pavone, che trova uno sprint vincente su Baresi e crossa da fondo campo un pallone millimetrato per la testa di Di Michele, che surclassa Tassotti nello stacco e indirizza la palla oltre le spalle di Piotti. Due a uno in favore della Cavese. Miracolo a Milano, anche se il cielo resta plumbeo e il sole non saluta il raddoppio degli aquilotti. Il gol di Tivelli era stato un film distante centotrenta metri dai tifosi, quello di Di Michele è un lampo che esplode a due passi dagli striscioni metelliani. Restano da giocare trentacinque minuti, lunghi come l’autostrada che congiunge il casello di Cava a quello di Melegnano.
La gioia dei tifosi cavesi è indescrivibile, qualcuno vuole uscire, temendo di non riuscire a dominare la propria adrenalina, che colpisce senza riguardo il muscolo cardiaco, nemmeno fosse puro estratto di Eritroxilacee. Dalle tribune partono fischi rossoneri all’indirizzo degli uomini di Castagner. Farsi battere da una Cenerentola di serie B, dopo aver vinto tanti Scudetti, Coppe dei Campioni e trofei intercontinentali è davvero troppo. Castagner vede nero. Un Milan sconfitto dalla Cavese può anche significare licenziamento in tronco. Al 61º fuori il deludente Cuoghi e al suo posto entra Incocciati, un’altra punta che va a ingolfare il già affollato reparto avanzato.
Il centrocampo rossonero cerca di abbozzare trame decenti. Tre tiri dalla distanza non impensieriscono Paleari. La Cavese tenta di uscire dalla propria area, ma non è facile oltrepassare la muraglia rossonera. Qualche pallone è spedito volutamente fuori. Jordan si è innervosito e si rende protagonista di un brutto fallo di reazione su Guida, che in maniera “maschia” lo ha braccato dal primo istante di gioco. Il trevigiano Falzier non se la sente di espellere “the shark” e gli affibbia solo un cartellino giallo. Giganteggia Bitetto. All’80º Baresi opera un bel cross da destra. Assist di Serena per l’accorrente Battistini, che stoppa di petto e spara un sinistro al volo. La palla è alta sulla traversa. Il sogno intanto acquista i contorni della realtà, anche se ci sono altri dieci interminabili minuti. Dagli spalti l’incitamento dei milanisti si affievolisce sino a scomparire, mentre quello a sostegno degli aquilotti è ormai un coro senza fine. Si soffre sulla panchina della Cavese. Santin brucia una ‘’multifilter’’ dopo l’altra e all’84 richiama Tivelli e al suo posto introduce Puzone. A Costante viene dedicato un minuto di tifo ad personam e il baffuto bomber saluta e sorride. Lui la sua scommessa l’ha già vinta, anche se mancano ancora 360 secondi. Attacca il Milan senza risultati. Qualche uscita palla al piede di Guerini e Cupini, che bruciano le ultime energie a loro disposizione, rompono l’assedio rossonero. Di nuovo Santin richiama l’attenzione dell’arbitro: sostituzione. Esce l’altro goleador Di Michele e al suo posto entra Bilardo. È l’88º. La doppia sostituzione ha ulteriormente sfilacciato l’arrembaggio finale del Milan, che ormai sembra un pugile incapace di organizzare un’uscita a testa alta dal ring. La grande massa ha personalità, eleganza, incisività, procede per inerzia. Gli aquilotti difendono con i denti il risultato, ma l’area non diventa mai un Fort Apache. Poi d’incanto, giunge il triplice fischio finale. Cavese schierata a centrocampo e tifosi in delirio. Il Milan alla spicciolata raggiunge gli spogliatoi. Santin in trionfo. “Tutto il calcio minuto per minuto” commenta l’impresa della Cavese, ma per coloro che vivono le emozioni in diretta la radio è un orpello, la storia scorre sotto i loro occhi, a due passi dalle targhe dorate che ricordano che il Milan ha vinto Coppe in ogni angolo del globo calcistico e la piacevole ebbrezza di poter dire, magari fra un decennio: «Quel giorno c’ero anch’io».
Biagio Angrisani

La foto sopra ritrae la formazioni della Cavese scesa in campo al Meazza nel campionato di B 1982-83. Dalla sinistra in piedi: Pavone, Gregorio, Scarpa, Paleari, Guida, Bitetto; accosciati: Puzone, Cupini, Piangerelli, Guerini, Tivelli.

Pubblicato nell’inserto del numero 6 - giugno 2000 di Panorama Tirreno  (visualizza l’inserto)
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