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I tifosi, con Eduardo “Un solo grido”

La Cavese in rapporto alla
tifo-meazza
popolazione ha avuto sempre un buon numero di tifosi fedelissimi. Sin dalla sua nascita l'hanno seguita sia in casa che in trasferta. In occasione dei derby spesso non sono stati certo mansueti né però si sono resi protagonisti di fatti scellerati se non in forma episodica e ristretta a qualche individuo. Negli ultimi 25 anni la figura carismatica del tifo metelliana è senza dubbio Eduardo Purgante, oggi capelli d'argento, mentre un tempo erano biondi, è autore del celebre "Un solo grido" con il quale ha dato inizio a migliaia di cori d'incoraggiamento. Persona mite, simpatica, vero tifoso, Purgante spesso per il bene della Cavese ha abbracciato e baciato arbitri (alcuni diventati anche famosi). Nella metà degli anni settanta e nei primi anni ottanta il fulcro del tifo Cavese era concentrato al centro del settore distinti, mentre in seguito si è  trasferito nella curva sud. Oltre a Eduardo, merita una citazione Adolfo Caldarese che per diversi anni è stato capo-tifoso riconosciuto e stimato. Anche il Caldarese è personaggio pacifico ed ha il merito di aver introdotto nei cori una vena canora di stampo anglosassone che tuttora è presente tra le canzoni dei tifosi biancoblu. Andrebbero citati almeno altre decine di persone, ma lo spazio è tiranno. Gabriele Papa, detto Pipopì è stato e sarà sempre un fedelissimo, insieme a Lallino Trezza, Nicola "Lasagna", gli Abatemarco, Raffaele Gravagnuolo, Franchino Siani. Pochi nomi in rappresentanza di circa otto-novemila tifosi, molti dei quali seppur innamorati pazzi della grande Cavese  da tempo non vivono più nella valle metelliana.

Pubblicato nel 1999 su Panorama Tirreno 8
periodico di attualità 
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